Golem di Praga: la Leggenda del Quartiere Ebraico

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Praga è una città incredibilmente camaleontica, dove le grandi attrazioni di tipo turistico e storico nascondono ancora oggi antichissime leggende popolari, le quali hanno caratterizzato notevolmente la figura di diversi settori della capitale. All’interno di quello che è il Quartiere Ebraico, il Golem di Praga è probabilmente una delle tradizioni più antiche del posto, la quale attira ancora oggi decine di turisti in visita da tutto il mondo.

Visitando dunque la sezione ebraica della città, i racconti sul Golem saranno una parte integrante dell’esperienza, che amplificherà la visione degli ebrei praghesi e delle loro sfaccettature.

Cerchiamo di scoprire di più con questo articolo di approfondimento sulla creatura mitologica di Praga.

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Cos’è il Golem di Praga

Chiunque stia cercando di organizzare un viaggio completo verso la capitale della Repubblica Ceca, si sarà sicuramente imbattuto nella descrizione dello Josefov, il famoso quartiere ebraico di Praga dedicato a Josef II. Con molta probabilità, la leggenda del Golem sarà stata una delle primissime leggende consigliate dai siti di viaggi ed esperienze turistiche, ma di cosa si tratta esattamente?

Il golem, per definizione, è una figura antropomorfa che deriva direttamente dalla tradizione ebraica e medievale di un tempo, un elemento presente all’interno di tantissimi racconti di origine semita, seppur abbia compiuto la maggior parte delle proprie apparizioni attraverso storie e dicerie trasmesse oralmente, e di cui oggi rimangono semplicemente delle tracce nelle storie popolari.

Il Golem di Praga, nello specifico, è dunque una delle storie leggendarie più conosciute del posto, che nonostante rappresenti ad oggi un punto fondamentale del ghetto ebraico, non possiede certamente fondamenti storici o scientifici che ne assicurano l’esistenza.

Non a caso, infatti, parliamo esclusivamente di leggenda legata alla tradizione Ebraica di Praga.

La leggenda

La leggenda del Golem è dunque un vero e proprio mito che affonda le proprie radici nella componente storica asserita di Praga.

Tutto comincia nel XVI secolo, periodo dell’allora regnante in vita Rodolfo II.

L’esistenza del Golem partirebbe dalle mani del rabbino Loew (anche noto come Rabbi Löw) che, per difendere la propria comunità e la propria gente dalle violenze del tempo, plasmò un golem in argilla, realizzando una creatura di fango che avrebbe dovuto rispondere solo ai suoi ordini. Nonostante si parli chiaramente del rabbino come il creatore del golem, è chiaro che non è possibile attribuire a Loew la cultura di esoterismo associata a questa storia. Secondo la storia, il Libro della Creazione (Sefer Yetzirah) fu tra le principali fonti di ispirazione per le formule di magia che avrebbero dato la vita al Golem.

La leggenda racconta dunque di come il golem fosse stato realizzato dal rabbino nella soffitta della Sinagoga Vecchia Nuova (Staronova), utilizzando il fango prelevato dalla Moldava, il fiume praghese. Qui sarebbero stati combinati fuoco, acqua, aria e terra, elementi i quali rappresentavano, rispettivamente, gli assistenti del rabbino, il rabbino stesso e la terracotta.

La storia racconta di come furono realizzati più di due golem, anziché uno solo.

Per “attivare” le proprie creazioni, dunque, era necessario scrivere sulla fronte dell’ essere la parola “emet“, che significa “verità“. Sulla fronte delle realizzazioni che erano cresciute troppo, di volta in volta scriveva “met“, ossia “morto“, potendo così disfarsene.

Divenuto un essere vivente, il Golem doveva essere tenuto sotto controllo. La leggenda dice che il rabbino ponesse dunque una tavola di legno tra i denti del mostro, la quale si dice che contenesse proprio la parola di Dio.

A questo punto della storia arriva la svolta inattesa.

Un giorno, il rabbino dimenticò di porre la tavola della parola di Dio tra i denti del Golem, e questo condusse il gigante ad uno stato “fuori controllo”, portandolo a distruggere tutto ciò che trovasse davanti al suo cammino.

Mentre il Golem distruggeva il quartiere ebraico, il rabbino Loew si trovava nella Sinagoga vecchia nuova, a recitare il Salmo 92. Fu costretto a interrompere la recita, per fermare la distruzione della capitale. Si arrivò così alla fine dell’ultimo golem mai creato.

Interrotta la vita del Golem, Loew tornò alla Sinagoga per riprendere la sua attività, creando indirettamente un’altra tradizione particolare: la Sinagoga del quartiere ebraico è infatti l’unica in cui il Salmo 92 viene ripetuto due volte, ancora oggi.

La morte del Golem pare sia avvenuta proprio nella stessa soffitta in cui si ebbero i primi riti della sua creazione, e che sia rimasto lì per secoli. La soffitta rimase infatti inaccessibile per i secoli a venire, proprio perché lo stesso rabbino fece smontare o distruggere le scale di accesso. Il racconto vorrebbe, tuttavia, che il figlio del rabbino riuscì in seguito a riportare in vita il golem, e che questi vegli ancora oggi su Praga difendendo i deboli dalle discriminazioni e dalle accuse.

Nonostante la leggenda sia storicamente molto antica, le sue prime conoscenze arrivarono solo nel 1841, ad opera del giornalista Franz Klutschak all’interno della rivista “Panorama des Universums”. Ancora oggi, tuttavia, non è dato sapere se tale articolo fosse frutto di fantasia o meno.

Il Golem di Praga oggi

Oggi, il Golem è una delle attrazioni più particolari della città, di cui se ne trova traccia nei negozi di souvenir, bancarella o forma di media illustrativo, chiaramente rintracciabile all’interno dell’antico quartiere della comunità ebraica.

Secondo la leggenda, la presenza del mostro di Praga è tutt’oggi da ricercare all’interno della soffitta della sinagoga, che oggi è solo ammirabile dall’esterno.